Chi sono i neet e da dove deriva questa terminologia? Solitamente si etichettano come ragazzi sfaticati che si sdraiano sul divano e non si curano del loro futuro, aspettando che l’occasione arrivi da sola. In realtà, questa semplificazione rischia di minimizzare una tendenza preoccupante che coinvolge un numero crescente di giovani, con delle implicazioni sociali deleterie. In questo articolo vedremo in modo approfondito significato, cause e rischi legati al problema dei neet.
Avevamo già parlato degli hikikomori in un precedente articolo, quando abbiamo intervistato Elena Carolei, presidente dell’associazione Hikikomori Italia Genitori Onlus.
Il fenomeno si sta diffondendo anche in Italia. Dopo la pandemia, si è registrata un’impennata dei casi, oltre 100mila ad oggi.
Molti sono studenti adolescenti che sperimentano un periodo di crisi esistenziale che li induce a edificare un muro invisibile tra loro stessi e il mondo circostante.
I genitori faticano a gestire la situazione, alcuni rinunciano ad aiutarli aspettando che prendano la decisione autonoma di uscire di casa nuovamente. Questo non per incapacità oggettiva, ma per la mancanza di conoscenze adeguate sull’argomento.
Ancora una volta, la scuola può svolgere un ruolo decisivo per aiutare gli hikikomori a guardare la vita che sta al di là della porta di casa sotto una nuova luce.
In questo articolo vedremo chi sono gli hikikomori, le caratteristiche comuni e in che modo docenti e presidi possono intervenire per fornire loro aiuto.
Come funziona il cervello e come apprendiamo?
Grazie alla ricerca neuroscientifica oggi è possibile iniziare a conoscere qualcosa sulla misteriosa, fondamentale e affascinante capacità del nostro cervello di apprendere. Sono svelati alcuni meccanismi e ingranaggi attraverso cui comprendere meglio come funziona quel vasto e per lo più inesplorato mondo chiamato “mente”.
Vi siete mai chiesti cosa vogliono dire i vostri studenti quando usano parole come bae, blast, boomer o espressioni come “L‘incontro di ieri sera mi ha fatto troppo cringiare“, o ancora “Non ho più speranze con Luca, ormai mi ha friendzonata“?
Se avete aggrottato la fronte facendo un’espressione strana e avete sentito forte la necessità di un traduttore simultaneo per comprendere questo linguaggio non preoccupatevi: non siete i soli.
Lo slang è un fenomeno linguistico che cambia continuamente ed è il riflesso di una cultura in continua evoluzione. Spesso prende in prestito parole da altre lingue, perlopiù dall’inglese, e le italianizza, a volte modificandone sensibilmente il significato. Per questi motivi, lo slang può essere difficile da capire per chi appartiene a una generazione diversa.
Ma da dove vengono queste parole e cosa significano? E, sopratutto, come si usano? In questo articolo abbiamo creato un piccolo dizionario con i termini più utilizzati dalla Generazione Z, ovvero i nati tra il 1995 e il 2010. Per ogni termine abbiamo inserito anche un esempio pratico di utilizzo – corredato di traduzione in italiano corrente – per dare maggiore contesto alle espressioni!
Infine, vi daremo anche alcuni consigli su come utilizzare lo slang come pretesto per avviare attività didattiche alternative con la vostra classe, sfruttando questo argomento per stimolare l’interesse e la partecipazione dei vostri studenti.
Compiti per le vacanze sì o no? Questo è il dilemma che, puntualmente, si ripresenta nella mente di molti insegnanti durante le ultime settimane di scuola.
Eh sì, perché tra le tante cose che i docenti devono fare nei pochi giorni che li separano dal suono dell’ultima campanella, c’è sicuramente anche l’organizzazione delle attività da far svolgere ai propri studenti durante il periodo estivo.
Quindi, cosa scegliere? Da un lato ci sono i classici libri per il ripasso e dall’altro la possibilità di dare i ragazzi tre mesi di totale libertà. Naturalmente non esiste una risposta corretta in assoluto, ma come spesso accade la soluzione migliore potrebbe trovarsi tra i due estremi.
Esistono infatti molte alternative ai tradizionali compiti delle vacanze che consentono di fare esperienze in grado di stimolare la creatività e curiosità degli studenti e allo stesso tempo allenare indirettamente alcune competenze che sono state approfondite durante l’anno appena concluso.
In questo articolo trovate 10 attività che, da sole o combinate tra loro, possono integrare o sostituire completamente i compiti delle vacanze tradizionali.
In questi giorni, nei tempi della digitalizzazione della scuola, si parla molto di Intelligenza Artificiale e di quello che con essa si può e non si può fare in ambito educativo. Anche se certe tecnologie iper sviluppate possono spaventare, bisogna imparare a conoscerle: così si capisce quali sono i loro lati positivi e quali quelli negativi.
Tra l’8 e il 10 marzo siamo stati a Firenze per partecipare come espositori a Didacta, la fiera più importante sul mondo della scuola. Noi, come sapete, lavoriamo nel campo della didattica digitale e durante l’evento abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di incontrare moltissimi docenti che utilizzano la nostra piattaforma bSmart. Tra i diversi temi di discussione, abbiamo chiesto loro anche cosa ne pensassero della transizione digitale, soprattutto alla luce dei fondi che arriveranno dal PNRR nei prossimi anni scolastici.
Il bullismo è un fenomeno tristemente diffuso tra bambini e ragazzi, che richiede a tutta la comunità educante di tenere sempre alta la guardia. Sono purtroppo frequenti gli episodi di violenza e prevaricazione di cui veniamo a conoscenza in maniera diretta o attraverso la cronaca, ma fortunatamente sono numerose anche le iniziative messe in campo per prevenirlo e contrastarlo.
Un’occasione in più per parlarne e combattere l’indifferenza che spesso purtroppo finisce con l’alimentare il fenomeno è la Giornata contro il bullismo che cade il 7 febbraio.
Ecco alcuni spunti da cui partire…
Quanto sono importanti il divertimento e la gamification nell’apprendimento? Nonostante le numerose scoperte scientifiche dell’ultimo secolo, in molti ancora tendono a credere che il gioco non sia un elemento fondamentale nell’insegnamento.
Gamification e interattività, invece, si rivelano fondamentali per imparare volentieri i concetti nuovi e per questo vengono proposte in molte scuola da vari insegnanti. Ma quali sono, esattamente, i benefici di questo tipo di insegnamento? E come creare esercizi gamificati?
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