Partiamo da un assunto fondamentale: chi presenta Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) non è affetto da una malattia. Infatti, il termine disturbo indica, negli studenti con DSA, un’irregolarità o un disordine nelle funzioni di apprendimento.
I DSA sono, quindi, disturbi del neuro-sviluppo che si manifestano nella capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. Queste difficoltà emergono nel periodo della scolarizzazione, e riguardano principalmente:
- Dislessia, cioè la difficoltà di leggere velocemente e correttamente un testo scritto.
- Disortografia, legato alla capacità di scrivere in modo fluente.
- Disgrafia. La fatica dello studente, in questo caso, risiede nell’abilità motoria della scrittura, un po’ come se dovesse impugnare la penna al contrario, cercando di rendere la sua grafia leggibile.
- Discalculia. Questo disturbo compromette l’abilità di usare i numeri, effettuare calcoli e risolvere operazioni matematiche.
Se i disturbi Specifici dell’apprendimento non sono una malattia, allora non è prevista una vera e propria “cura”. Secondo AID, l’Associazione Italiana Dislessia, gli studenti con DSA hanno un diverso funzionamento del cervello, e ciò non impedisce la realizzazione della lettura, scrittura, numerazione o altro.
Quali sono, dunque, gli strumenti e le pratiche per indirizzare l’insegnamento verso altre tipologie di apprendimento? Ne parliamo in questo articolo.
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