Potendo accedere a un sapere sconfinato, l’intelligenza artificiale (IA) è in grado di prevedere quali cambiamenti avverranno nella scuola del futuro? Lo abbiamo chiesto a Chat GPT e di seguito pubblichiamo la sua articolata risposta.
Premessa, come funziona l’intelligenza artificiale generativa
Chat GPT è una chatbot sviluppata da Open AI basata sull’apprendimento automatico e specializzata nella generazione di testo. La versione a pagamento è in grado di svolgere molte altre operazioni, come la creazione di immagini e l’analisi di file multimediali (audio e video).
L’utente interagisce con la chatbot attraverso i prompt, stringhe di testo che danno la direzione, il contesto e lo scopo del compito assegnato.
Esattamente come un essere umano che impara per prove ed errori, è ormai chiaro agli esperti che l’intelligenza artificiale generativa migliora le proprie prestazioni con richieste dettagliate e diversi tentativi all’interno della stessa chat. Infatti, Chat GPT è in grado di memorizzare il dialogo e imparare, diciamo, a superare se stesso.
Seguendo queste indicazioni, abbiamo aperto la nostra pagina di conversazione con un prompt semplice:
In base alla situazione socio-economica e agli sviluppi in campo tecnologico e scientifico, sapresti prevedere uno scenario futuro della scuola e del sistema educativo italiano nei prossimi 10/20 anni? Rispondi solo sì o no
Alla risposta affermativa, abbiamo chiesto di illustrarci un quadro generale:
Prima ancora di espormela, dimmi quali fattori hai preso in considerazione per la tua analisi e le tue previsioni.
Chat GPT ha individuato diversi aspetti, noi gli abbiamo chiesto di approfondire i seguenti punti:
- Sviluppi tecnologici.
- Esigenze del mercato del lavoro.
- Tendenze demografiche.
Vediamo ora come l’intelligenza artificiale immagina la scuola tra 10 anni.
Sviluppi tecnologici
Il futuro parla digitale, e la scuola non potrà stare a guardare. Già oggi, infatti, ci sono diversi strumenti tecnologici a supporto del lavoro dei docenti: lavagne elettroniche, tablet, registro elettronico, ambienti digitali dove ritrovare libri di testo, esercizi e corsi di formazione, come bSmart School.
In generale, si va verso una didattica sempre più personalizzata, e l’utilizzo delle risorse tecnologiche sarà indispensabile per garantire un doppio supporto: l’attenzione alle facoltà individuali dei ragazzi e il lavoro degli insegnanti.
Cosa si sta facendo oggi per domani?
Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) è stato creato con lo scopo di trasformare il sistema educativo, attraverso l’adozione di strumenti digitali e metodologie innovative. In che modo?
- Implementando la banda larga e permettendo la connettività in tutte le scuole.
- Allestendo ambienti di apprendimento innovativi.
- Investimenti per 2,1 miliardi di euro per il progetto “Scuola 4.0”. La maggior parte di questi fondi verrà utilizzata per la creazione di laboratori in cui gli studenti potranno conoscere da vicino le professioni digitali del futuro.
Una simile rivoluzione comporterà anche un nuovo approccio educativo, basato sull’apprendimento per progetti o su metodologie didattiche come la classe capovolta (flipped classroom).
Come cambierà il lavoro dell’insegnante
In molte scuole d’Italia si stanno già facendo investimenti importanti per l’acquisizione delle competenze digitali da parte del corpo docente. Tuttavia, il lavoro quotidiano non dovrà misurarsi solo con l’utilizzo di dispositivi elettronici, ma soprattutto con l’intelligenza artificiale.
L’IA, infatti, non è una moda passeggera, e negli anni a venire avrà un impatto straordinario in molti ambiti della società: dal modo di fare impresa alla medicina, scuola inclusa.
Secondo Chat GPT, scenari distopici in cui gli alunni saranno educati da dei robot è e rimarrà solo fantascienza. Forse il prodotto di Open AI è eccessivamente ottimista nel prevedere che molte delle incombenze ripetitive verranno automatizzate grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale, potrebbe, però, essere un potente alleato della tua routine lavorativa. Ma esattamente come?
Valutazione e correzione automatica
Strumenti basati sull’AI sono già oggi in grado di correggere test a risposta multipla e valutare compiti scritti, fornendo feedback immediati agli studenti.
Sarà, inoltre, possibile generare domande basate su specifici argomenti. Questo velocizzerebbe la preparazione dei compiti in classe.
Supporto all’apprendimento personalizzato
Come abbiamo detto, la didattica muove in direzione di un sistema che riesca a tirare fuori tutte le lacune e le qualità di ogni singolo alunno di una classe.
L’esistenza di assistenti virtuali basati sull’AI in grado di fare tutoring individuale agli studenti è già realtà e si applica in alcune università degli Stati Uniti. Non ci vorrà molto che questo tipo di servizio utilizzato dai più importanti atenei americani sarà adottato anche nelle nostre scuole.
Verso la “burocrazia zero”?
Negli ultimi anni è cresciuto il malcontento tra gli insegnanti italiani per l’aumento delle mansioni burocratiche, che sottraggono tempo ed energie alla didattica e all’interazione con gli studenti. Questo sovraccarico amministrativo è spesso citato come una delle principali fonti di stress e insoddisfazione professionale.
Bene, forse in futuro potresti dire finalmente addio alle scartoffie, perché l’IA svolgerà al posto tuo queste noiose operazioni:
- Compilazione di documenti e relazioni. Stesura di verbali, rapporti, schede di valutazione e griglie potrebbero non essere più il tuo incubo quotidiano.
- Gestione di progetti e attività extracurricolari. Seppure rimarrà la redazione del PCTO, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale potresti dimezzare i tempi per portare a termine questo detestato compito.
- Compilazione di registri elettronici e modulistica. È probabile che tra dieci anni questo compito potrebbe farlo l’AI al posto tuo.
Immaginiamo che, dopo aver letto questo capitolo, stai pensando al contesto nazionale e ti chiedi con quale verso del binocolo vediamo questo futuro.
Non c’è dubbio che esistono alcune barriere culturali che rendono una tale trasformazione della scuola impensabile.
Infatti, in Italia solo il 42% dei cittadini possiede competenze digitali di base, rispetto alla media dell’Unione Europea del 56%.
Ciononostante, il turnover previsto per i prossimi anni potrebbe fare spazio a insegnanti giovani con una maggiore familiarità con gli ecosistemi digitali, più propensi a puntare dritto nella direzione di una didattica in cui la tecnologia è perfettamente integrata nei piani di studi delle scuole italiane.
Scuola e aziende
Cosa ne pensi della collaborazione tra istruzione e impresa? Stando alle risposte fornite da Chat GPT, questo rapporto dovrebbe essere sempre più intrecciato nel prossimo decennio.
Il mercato del lavoro cambia di continuo, e in molti sono convinti che è arrivato il momento di aggiornare i curricula di tutti gli istituti, specialmente quelli di secondo grado.
Oltre alla già menzionata intelligenza artificiale, la robotica e la sostenibilità ambientale sono le due discipline da introdurre nel piano dell’offerta formativa del 2035.
L’orientamento scolastico sarà fondamentale nella scelta dell’indirizzo più idoneo per lo studente, tenendo conto anche delle esigenze del mercato del lavoro. In questo modo si potrebbe riallineare il mismatch scolastico, tra le principali cause della disoccupazione giovanile in Italia.
Si rafforzeranno anche le partnership tra istituzioni educative e aziende, facilitando l’integrazione di esperienze pratiche nei percorsi formativi e preparando meglio gli studenti alle sfide professionali future.
I docenti, infine, dovranno aggiornare le proprie competenze per trasmettere le nuove conoscenze richieste, attraverso programmi di formazione continua focalizzati sulle innovazioni tecnologiche e metodologiche.
La scuola del futuro: meno studenti, meno istituti?
Dopo aver delineato una scuola del futuro all’avanguardia, veniamo alle note dolenti.
La denatalità è un tema che desta grande preoccupazione. In Italia si fanno sempre meno figli, e questa tendenza negativa sembra, al momento, inarrestabile.
Stando alle previsioni di Chat GPT, il persistente calo demografico avrebbe implicazioni significative per il sistema scolastico.
La riduzione delle nascite porterebbe a un minor numero di iscrizioni in tutte le fasce scolastiche. Già nell’anno scolastico 2024-25, infatti, si sono registrati 110.000 studenti in meno rispetto all’anno precedente.
Se gli alunni diminuiscono, automaticamente alcune strutture chiuderanno, specialmente nelle aree meno popolate, e si procederà con l’accorpamento di più scuole.
Si è calcolato che, con un calo di 100.000 iscritti ogni anni, nel prossimo decennio circa 600 istituti potrebbero sospendere le lezioni per sempre.
Meno iscritti, meno classi, quindi, probabilmente, una riduzione del personale docente e amministrativo. Sarebbe necessaria una riorganizzazione degli organici, con possibili impatti sull’occupazione nel settore educativo.
Come pensi che sarà la scuola nel futuro? Le previsioni dell’intelligenza artificiale sono realistiche o fantasiose?