In questi giorni, nei tempi della digitalizzazione della scuola, si parla molto di Intelligenza Artificiale e di quello che con essa si può e non si può fare in ambito educativo. Anche se certe tecnologie iper sviluppate possono spaventare, bisogna imparare a conoscerle: così si capisce quali sono i loro lati positivi e quali quelli negativi.
Tra l’8 e il 10 marzo siamo stati a Firenze per partecipare come espositori a Didacta, la fiera più importante sul mondo della scuola. Noi, come sapete, lavoriamo nel campo della didattica digitale e durante l’evento abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di incontrare moltissimi docenti che utilizzano la nostra piattaforma bSmart. Tra i diversi temi di discussione, abbiamo chiesto loro anche cosa ne pensassero della transizione digitale, soprattutto alla luce dei fondi che arriveranno dal PNRR nei prossimi anni scolastici.
Da tanti anni si parla di innovazione digitale nelle scuole, ma cosa significa esattamente? A volte si crede che il digitale non abbia cambiato granché in ambito scolastico. Certo, ora abbiamo i registri elettronici e le lavagne multimediali, ma è davvero tutto qui?
Ovviamente no. Digitale a scuola non significa solo questo, ma qualcosa di molto più grande.
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