Uno dei problemi più gravi della scuola italiana è il burn-out, che ogni anno colpisce migliaia di educatori. Abbiamo cercato di raccogliere alcuni consigli che possono aiutarti a vivere meglio il rapporto con la tua professione: ecco come i docenti possono affrontare il burn-out.
La vita del docente, dallo stress al burn-out
Quella dell’insegnante è una delle professioni più stressanti al mondo. Chi non lavora a scuola (o non le frequenta più da tempo) spesso non se ne rende conto immediatamente, ma i docenti ogni giorno devono affrontare varie difficoltà.
Innanzitutto, tenere sotto controllo una classe di 25-30 bambini o ragazzi per diverse ore e mantenere alta la loro attenzione non è certo semplice, anzi, a volte appare come una missione impossibile. In più, anche quando la scuola è finita, tutti gli educatori continuano a lavorare, partecipando a riunioni, scrutini, colloqui con i genitori, o organizzando lezioni e verifiche per il periodo successivo.
Non finisce qua. Molto spesso l’insegnante non si sente gratificato, il suo lavoro viene sottovalutato, in più ha spesso a che fare con uno stile di vita molto precario. La maggior parte dei docenti non è quasi mai di ruolo: anche se insegnano la stessa materia nello stesso istituto per diversi anni, ancora sono precari e ogni rinnovo di contratto è un’ansia. Inoltre, la stessa professione negli anni ha subito una sorta di svalutazione: ne avevamo già parlato qui.
I docenti partecipano a corsi di formazione e si scontrano ogni giorno con una burocrazia sempre più complicata, in attesa di un leggendario concorso che dovrebbe stabilizzare la loro carriera.
Tutto ciò si riconduce a un forte stress… che a volte evolve in burn-out.
Burn-out: qual è la situazione in Italia?
Secondo lo studio decennale Getsemani, si stima che in Italia il 3% dei docenti (circa 25mila) soffre di patologie psichiatriche certificate, mentre il 10% (quindi 80mila) dichiara di sentirsi stressato e depresso.
Il medico ematologo Vittorio Lodolo D’Oria, studioso e autore di una vasta bibliografia sull’argomento, ha accertato che gli insegnanti stressati a causa del lavoro corrispondono al 73%. In ordine, questo grave stress viene causato da: studenti (26%), genitori (20%), colleghi (20%) e dirigente scolastico (2%). A questi individui vanno ovviamente aggiunti elementi stressanti come precariato, burocrazia assurda e stipendi bassi.
Ma come si può risolvere questa situazione?
Come affrontare il burn-out: qualche consiglio
È inutile girarci intorno: la situazione della scuola italiana e dei suoi addetti ai lavori è critica e sarebbe inutile scrivere un articolo retorico e consolatorio.
Il burn-out non potrà essere del tutto evitato finché non verranno eliminati gli elementi che lo causano direttamente. È ovvio che un docente che non ha ancora ottenuto il contratto a tempo indeterminato dopo dieci anni di lavoro si senta insoddisfatto, stressato e infelice. È ovvio che anche le sue performance in classe ne risentano e che perda la passione per l’insegnamento, causando delle enormi conseguenze su suoi studenti.
Cerca di tenere vita privata e professionale separate
Anche se è sicuramente difficile, cerca di non continuare a lavorare quando il tuo orario è terminato. Non vivi per lavorare: sei un professionista, ma sei anche una persona. È inutile stremarsi con ore e ore di straordinari.
Non ignorare i segnali
Se sospetti di soffrire di burn-out non aspettare che la situazione si aggravi e precipiti. I sintomi più comuni ed evidenti sono ansia, rabbia, perdita di entusiasmo, difficoltà di concentrazione, sensi di colpa e depressione. Se pensi di star imboccando questa strada, cerca di salvare il salvabile. Fermati, analizza la situazione e chiedi aiuto.
Parlane
Tenersi tutto dentro non è mai una buona idea: parla del tuo problema. Normalizza la tua situazione: non sei il primo a cui succede, purtroppo oggi è normale soffrire di burn-out e non capita solo agli insegnanti. All’inizio puoi sfogarti con un collega o una persona fidata, ma poi rivolgiti a un professionista. Ogni istituto ha uno sportello d’ascolto, per docenti e studenti: se non riuscissi a ottenere un appuntamento, informati se la tua regione offre delle soluzioni a basso costo o addirittura gratuite.
Conclusioni
Purtroppo, finché all’interno delle scuole non verranno presi dei provvedimenti seri in proposito, la situazione non migliorerà. Gli unici consigli utili, al momento, sono cercare di mantenere un’agenda più organizzata possibile, di non stremarsi fino all’ultimo e di fare attenzione ai segnali (anche fisici!) che il nostro corpo ci manda.
Infine, se senti che nel tuo caso la situazione è particolarmente grave, valuta seriamente di prenderti una pausa o, addirittura, di cambiare professione, per quanto si tratti di una decisione sofferta. Qui trovi diverse professioni alternative all’insegnamento. Non sei troppo “vecchio” e non è mai troppo tardi per prendere un’altra strada.
La carriera non vale quanto la salute, mai.
Che cosa ne pensi? Hai sofferto di burn-out o conosci qualcuno a cui è successo? Discutiamone insieme!