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L’episodio di questo mese della rubrica Così si fa la scuola è dedicato ad Alberto Manzi, lo storico insegnante che negli anni Sessanta entrava nelle case di tutti gli italiani.

Grazie alla televisione, all’epoca invenzione recentissima, teneva lezioni d’italiano serali per insegnare a leggere e a scrivere ai cittadini che da piccoli non erano andati a scuola.

Con i suoi insegnamenti, il tasso di analfabetismo in Italia si abbassò sensibilmente nel giro di pochi anni.

alberto manzi

La giovinezza antifascista

Alberto Manzi nacque il 3 novembre 1924 a Roma da una famiglia di medie condizioni economiche. Da giovane preferì frequentare i Marinaretti piuttosto che i Balilla, sfuggendo così all’iniziale indottrinamento fascista.

Da sempre avverso al regime come tutti i suoi familiari, l’8 settembre 1943 si rifiutò di presentarsi alle armi come richiesto dalla repubblica di Salò, ma riuscì a scappare e a salvarsi dalla fucilazione. In seguito, combatté al fianco degli Alleati.

Terminato ufficialmente il conflitto nel 1945, si avvicinò per la prima volta al mondo dell’educazione. Iniziò a insegnare in un carcere di Roma, accettando il posto che prima di lui altri quattro colleghi avevano rifiutato.

alberto manzi

Maestro di tutti gli italiani

Alberto Manzi è ricordato per essere stato l’insegnante d’italiano di tutti gli italiani negli anni Sessanta.

Era un periodo particolare: la guerra stava diventando un ricordo lontano e le nuove generazioni premevano per condurre una vita diversa da quella che avevano avuto i genitori.

Dopo la caduta della monarchia, l’instaurazione della repubblica e l’emanazione della Costituzione, l’Italia si stava avviando verso un processo di rinascita sostenuto anche da un forte boom economico.

Tuttavia, restava serio il problema dell’analfabetismo. I più giovani potevano contare su un sistema scolastico che andava via via migliorando, ma le generazioni precedenti, cresciute fra due guerre mondiali, non avevano avuto la stessa fortuna.

Così, nel 1960 Alberto Manzi venne scelto per condurre Non è mai troppo tardi e così fece per i successivi otto anni. Si trattava di un programma televisivo serale, che insegnava ai telespettatori, solitamente appena tornati dal lavoro, a leggere e a scrivere in italiano corretto.

Il successo

La trasmissione si rivelò un vero e proprio successo.

È rimasta nella storia la puntata del 24 febbraio 1961, quando il maestro ospitò alcuni alunni di Allumiere, una cittadina a 60 chilometri di Roma. Davanti alla commozione di chi era presente in classe e a migliaia di telespettatori che seguivano da casa, la signora Agata di 82 anni lesse ad alta voce i proverbi che Manzi aveva scritto sulla sua indimenticabile lavagna.

Verso l’alfabetizzazione

Si stima che dal 1961 al 1971 il tasso di analfabetismo sia calato dall’8,30% al 5,20%.

Questo notevole risultato non può che essere attribuito a questa iniziativa statale. Le lezioni di Alberto Manzi aiutarono migliaia di italiani ad avvicinarsi alla cultura e a ottenere la propria rivincita dopo gli anni bui causati da due conflitti mondiali e una dittatura.

Si trattava di italiani volenterosi di imparare correttamente la lingua di uno Stato in cui finalmente credevano. Cittadini che alle sette di sera, dopo ore e ore in fabbrica, posavano gli strumenti di lavoro per afferrare penne e quaderni.

Nel video sottostante potete assistere anche voi a una di queste storiche lezioni.

La sua figura ha ispirato milioni di insegnanti: è impossibile non pensare a Fiorenzo Alfieri, scomparso quasi un anno fa, che lottò tutta la vita perché ogni studente avesse le pari opportunità.

Nel 2014 ad Alberto Manzi è stata dedicata una serie televisiva, così che, anche a tanti anni dalla morte, continui a stimolare sempre nuovi docenti.

Conoscevate la fantastica storia di Alberto Manzi? Cosa ne pensate? 

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Michela è Content & Social Media Editor in bSmart Labs. I social sono il suo pane quotidiano e cura la scrittura degli articoli su questo blog!

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