In Italia si stima che oltre due milioni di persone manifestino dislessia e altri disturbi specifici dell’apprendimento.
A essere precisi, non esistono dati ufficiali sul numero totale di persone con DSA, anche perché questi tipi di disturbi vengono diagnosticati in maniera diffusa da meno di trent’anni.
In base all’ultima indagine pubblicata dal Ministero dell’Istruzione, relativa all’anno scolastico 2018/2019, gli alunni frequentanti le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono 298.114, ovvero il 4,9% sul totale.
Proiettando questa percentuale sulla popolazione nazionale, si può quindi ipotizzare che le persone con DSA in Italia siano oltre 2 milioni.
La Settimana Nazionale della Dislessia
Per questa occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare Letizia Di Nora, membro del consiglio direttivo dell’associazione. Letizia è un’insegnante, ma è attiva nell’Associazione soprattutto in qualità di genitore. Suo figlio, infatti, è dislessico e così lei ha condiviso con noi alcuni aspetti della doppia esperienza di madre e allo stesso tempo di docente che lavora ogni giorno con ragazzi con DSA. Ecco cosa ci ha raccontato.
La testimonianza di Letizia di Nora
Quali sono le principali attività svolte da AID?
È formata da genitori di figli dislessici, dislessici adulti, insegnanti e tecnici specializzati. Lo scopo principale dell’Associazione è quello di sensibilizzare sul tema della dislessia, promuovendo diverse iniziative grazie alle sedi sparse in tutt’Italia.
L’obiettivo è quello di normalizzare la dislessia, in modo tale che le persone dislessiche possano svolgere autonomamente e tranquillamente le attività di tutti i giorni. Un esempio può essere quello dell’esame della patente.
La Settimana Nazionale della Dislessia è giunta ormai alla sesta edizione. Quali sono gli obiettivi di questo evento e perché è importante sensibilizzare le persone su un tema come i disturbi specifici dell’apprendimento?
Dislessia a scuola: quale atteggiamento e quali attenzioni deve avere un docente per garantire una piena integrazione degli alunni con DSA all’interno della classe?
È fondamentale che l’insegnante abbia l’intuito e lo spirito di osservazione per capire la situazione il più presto possibile. A volte i docenti non si sforzano abbastanza, non capiscono il disagio dei propri alunni dislessici e preferiscono punirli piuttosto che indagare un po’ più a fondo.
Cosa deve fare un insegnante se sospetta che un suo alunno sia dislessico? Può formarsi per poter interagire con questo tipo di studenti?
Non bisogna osservare solo il comportamento del ragazzo a scuola, ma anche quello a casa, quindi è fondamentale instaurare un legame con la famiglia per avere un quadro quanto più possibile completo e preciso.
Un primo segnale di attenzione è proprio monitorare il comportamento in classe: gli alunni dislessici, infatti, tendono a mascherare il proprio disturbo attraverso una vivacità eccessiva, oppure, al contrario, cercando di farsi notare il meno possibile, diventando quasi invisibili.
Insegnanti e genitori sono due figure di riferimento molto importanti nella crescita di un ragazzo o ragazza con DSA. È possibile, e come, creare un’alleanza educativa efficace, pur mantenendo ruoli distinti e specifici?
Insegnanti e genitori sono due figure ben distinte e devono rimanere tali, altrimenti si rischia seriamente di rovinare i rapporti. Io stessa mi ricordo quanto era difficile all’inizio, quando anch’io volevo partecipare costantemente alla vita scolastica di mio figlio.
Inoltre, non ci sono solo l’insegnante e il genitore, ma anche il tutor, che è una figura fondamentale e che non deve mai mancare. Il tutor ha il compito di aiutare il ragazzo creando per lui un piano di studio il più personalizzato possibile. Il suo scopo è guidarlo per favorire la sua autonomia finché non potrà proseguire da solo.
Tutte questi attori – famiglia, scuola e tutor – devono collaborare insieme per creare un ambiente positivo e stimolante per il ragazzo: devono mettersi al suo servizio, possibilmente senza mescolare i rispettivi ruoli. Per chi desiderasse approfondire questi temi, invito a leggere alcuni materiali disponibili sul sito AID e pensati proprio per insegnanti e genitori.
bSmart Tutors, ripetizioni online anche per ragazzi con DSA
Come ci ha confermato Letizia di Nora nell’intervista, il tutor ha il ruolo fondamentale di accompagnare un ragazzo con DSA nella sua carriera scolastica. Il suo obiettivo non è semplicemente quello di trasmettere specifiche competenze didattiche, ma prima di tutto si deve fare interprete dei bisogni dello studente e creare con lui – e con i suoi genitori – una relazione basata sulla fiducia e sulla stima reciproca.
Consapevole di queste particolari esigenze, ormai da qualche anno il servizio bSmart Tutors rende disponibile per i ragazzi con DSA insegnanti specializzati e qualificati in grado di essere un valido supporto per coloro che necessitano di un aiuto costante nello studio.
In più, gli associati ad AID possono beneficiare di una convenzione che prevede uno sconto su tutti i pacchetti di ore acquistabili su bSmart Tutors. Per maggiori dettagli, vi invitiamo a leggere la pagina dedicata alla convenzione sul sito di AID.