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In Italia si stima che oltre due milioni di persone manifestino dislessia e altri disturbi specifici dell’apprendimento.

A essere precisi, non esistono dati ufficiali sul numero totale di persone con DSA, anche perché questi tipi di disturbi vengono diagnosticati in maniera diffusa da meno di trent’anni.

In base all’ultima indagine pubblicata dal Ministero dell’Istruzione, relativa all’anno scolastico 2018/2019, gli alunni frequentanti le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono 298.114, ovvero il 4,9% sul totale.

Proiettando questa percentuale sulla popolazione nazionale, si può quindi ipotizzare che le persone con DSA in Italia siano oltre 2 milioni.

 

 

La Settimana Nazionale della Dislessia

settimana dsa

Dal 4 al 10 ottobre l’AID, l’Associazione Italiana Dislessia, promuove la Settimana Nazionale della Dislessia.

Per questa occasione abbiamo avuto il piacere di intervistare Letizia Di Nora, membro del consiglio direttivo dell’associazione. Letizia è un’insegnante, ma è attiva nell’Associazione soprattutto in qualità di genitore. Suo figlio, infatti, è dislessico e così lei ha condiviso con noi alcuni aspetti della doppia esperienza di madre e allo stesso tempo di docente che lavora ogni giorno con ragazzi con DSA. Ecco cosa ci ha raccontato.

 

La testimonianza di Letizia di Nora

intervista

Quali sono le principali attività svolte da AID?

L’AID è un’associazione a promozione sociale, fondata a Bologna nel 1996 dallo psicologo Giacomo Stella.
È formata da genitori di figli dislessici, dislessici adulti, insegnanti e tecnici specializzati. Lo scopo principale dell’Associazione è quello di sensibilizzare sul tema della dislessia, promuovendo diverse iniziative grazie alle sedi sparse in tutt’Italia.
Il pubblico di riferimento è molto vario: la formazione è rivolta ai docenti della scuola primaria e secondaria, ma anche al mondo dell’università e a quello del lavoro.
L’obiettivo è quello di normalizzare la dislessia, in modo tale che le persone dislessiche possano svolgere autonomamente e tranquillamente le attività di tutti i giorni. Un esempio può essere quello dell’esame della patente.

La Settimana Nazionale della Dislessia è giunta ormai alla sesta edizione. Quali sono gli obiettivi di questo evento e perché è importante sensibilizzare le persone su un tema come i disturbi specifici dell’apprendimento?

La Settimana Nazionale della Dislessia cade in ottobre, praticamente all’inizio dell’anno scolastico.
L’evento, che si svolge in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association, ha lo scopo di sensibilizzare sull’argomento promuovendo varie attività in tutto il territorio italiano.
Le iniziative vengono scelte autonomamente dalle sedi e poi approvate dal direttivo, quest’anno sono circa un centinaio e si svolgeranno per la maggior parte online.
Ogni anno c’è un tema diverso, quello del 2021 è la mappa. La scelta non è stata certo casuale: le mappe concettuali sono una tipologia di strumento molto utilizzato dalle persone dislessiche per ordinare e memorizzare i concetti.

Dislessia a scuola: quale atteggiamento e quali attenzioni deve avere un docente per garantire una piena integrazione degli alunni con DSA all’interno della classe?

Il docente, innanzitutto, deve essere in grado di poter mettere l’alunno a proprio agio. Deve essere accogliente, ovvero deve intuire i disagi che prova lo studente e calarsi nei suoi panni. È importantissimo porsi nella maniera giusta ed essere in grado di creare un legame, che va rinnovato nel tempo.
È fondamentale che l’insegnante abbia l’intuito e lo spirito di osservazione per capire la situazione il più presto possibile. A volte i docenti non si sforzano abbastanza, non capiscono il disagio dei propri alunni dislessici e preferiscono punirli piuttosto che indagare un po’ più a fondo.

Cosa deve fare un insegnante se sospetta che un suo alunno sia dislessico? Può formarsi per poter interagire con questo tipo di studenti?

Nel caso in cui ci sia il sospetto che un alunno presenti uno o più disturbi specifici dell’apprendimento, occorre coinvolgere dei professionisti preparati a valutare correttamente le abilità dello studente attraverso screening e strumenti specializzati. AID propone corsi pensati appositamente per i docenti che desiderano formarsi in questo senso.
Non bisogna osservare solo il comportamento del ragazzo a scuola, ma anche quello a casa, quindi è fondamentale instaurare un legame con la famiglia per avere un quadro quanto più possibile completo e preciso.
Un primo segnale di attenzione è proprio monitorare il comportamento in classe: gli alunni dislessici, infatti, tendono a mascherare il proprio disturbo attraverso una vivacità eccessiva, oppure, al contrario, cercando di farsi notare il meno possibile, diventando quasi invisibili.

Insegnanti e genitori sono due figure di riferimento molto importanti nella crescita di un ragazzo o ragazza con DSA. È possibile, e come, creare un’alleanza educativa efficace, pur mantenendo ruoli distinti e specifici?

È importante trovare un punto di equilibrio.
Insegnanti e genitori sono due figure ben distinte e devono rimanere tali, altrimenti si rischia seriamente di rovinare i rapporti. Io stessa mi ricordo quanto era difficile all’inizio, quando anch’io volevo partecipare costantemente alla vita scolastica di mio figlio.
Inoltre, non ci sono solo l’insegnante e il genitore, ma anche il tutor, che è una figura fondamentale e che non deve mai mancare. Il tutor ha il compito di aiutare il ragazzo creando per lui un piano di studio il più personalizzato possibile. Il suo scopo è guidarlo per favorire la sua autonomia finché non potrà proseguire da solo.
Tutte questi attori – famiglia, scuola e tutor – devono collaborare insieme per creare un ambiente positivo e stimolante per il ragazzo: devono mettersi al suo servizio, possibilmente senza mescolare i rispettivi ruoli. Per chi desiderasse approfondire questi temi, invito a leggere alcuni materiali disponibili sul sito AID e pensati proprio per insegnantigenitori.

bSmart Tutors, ripetizioni online anche per ragazzi con DSA

bSmart tutors

bSmart mette a disposizione di tutti gli studenti il servizio bSmart Tutors, dove è possibile contattare un tutor con cui fare ripetizioni private online.
Come ci ha confermato Letizia di Nora nell’intervista, il tutor ha il ruolo fondamentale di accompagnare un ragazzo con DSA nella sua carriera scolastica. Il suo obiettivo non è semplicemente quello di trasmettere specifiche competenze didattiche, ma prima di tutto si deve fare interprete dei bisogni dello studente e creare con lui – e con i suoi genitori – una relazione basata sulla fiducia e sulla stima reciproca.
Consapevole di queste particolari esigenze, ormai da qualche anno il servizio bSmart Tutors rende disponibile per i ragazzi con DSA insegnanti specializzati e qualificati in grado di essere un valido supporto per coloro che necessitano di un aiuto costante nello studio.
In più, gli associati ad AID possono beneficiare di una convenzione che prevede uno sconto su tutti i pacchetti di ore acquistabili su bSmart Tutors. Per maggiori dettagli, vi invitiamo a leggere la pagina dedicata alla convenzione sul sito di AID.

 

Cosa ne pensate? Conoscevate già i disturbi dell’apprendimento o avete mai avuto a che fare con un ragazzo che li presentava? Raccontacelo nei commenti!
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Michela è Content & Social Media Editor in bSmart Labs. I social sono il suo pane quotidiano e cura la scrittura degli articoli su questo blog!

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