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Ben ritrovati nella nostra rubrica dedicata alle metodologie didattiche innovative. Nel nostro ultimo appuntamento, abbiamo esplorato insieme il potenziale del Circle Time, una pratica straordinaria per costruire un clima di classe basato sull’ascolto, la fiducia e il rispetto reciproco. Abbiamo visto come creare uno spazio sicuro in cui ogni studente si senta visto e ascoltato sia il fondamento per un apprendimento sereno.

Oggi vogliamo fare un passo avanti. E se, dopo aver imparato a condividere e ascoltare le esperienze, potessimo imparare a viverle? Se potessimo trasformare la classe da un luogo di discussione a un vero e proprio laboratorio di vita? Questo è il cuore della metodologia didattica del Role Playing (o gioco di ruolo formativo).

Questo articolo è pensato per guidarti alla scoperta di uno strumento potente, capace di spezzare la monotonia della lezione frontale e di rendere il sapere non più un concetto astratto, ma un’esperienza concreta, radicata nel vissuto dei tuoi studenti. Preparati a scoprire come mettere in scena l’apprendimento, trasformando ogni lezione in un’avventura indimenticabile.

Origini e storia e peculiarità del Role Playing

La metodologia didattica del Role Playing è una tecnica di simulazione strutturata in cui gli studenti interpretano ruoli specifici all’interno di uno scenario predefinito. L’obiettivo non è seguire un copione, ma agire spontaneamente, come in una “recita a soggetto”, per esplorare situazioni complesse, risolvere problemi e sviluppare competenze in un contesto protetto e controllato. In classe, questa tecnica divide tipicamente gli studenti in due gruppi: gli “studenti attori”, che mettono in scena la situazione, e gli “studenti uditori”, che osservano per poi partecipare alla fase di analisi e discussione.

Jacob Levi Moreno

Jacob Levi Moreno (1889 – 1974) Foto: Wikipedia

Nasce negli anni ’20 del Novecento con lo psichiatra Jacob Levi Moreno e il suo “Teatro della Spontaneità“, un approccio terapeutico noto come psicodramma, che utilizzava la drammatizzazione per aiutare le persone a esplorare i propri vissuti emotivi. Il successo di questa tecnica nel promuovere l’immedesimazione e il cambiamento di prospettiva fu tale che, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne adottata negli Stati Uniti per l’addestramento militare e, successivamente, negli anni Cinquanta, divenne uno strumento chiave nella formazione manageriale aziendale.

Dalla terapia ai contesti ad alta prestazione fino all’aula scolastica, quindi: il Role Playing non è progettato per trasmettere semplici informazioni, ma per modificare comportamenti e prospettive. Quando lo si porta in classe, non si propone semplicemente un modo creativo per ripassare un argomento; si offre agli studenti la possibilità di incarnare un punto di vista, di praticare un’abilità e di sperimentare un dilemma in prima persona.

Obiettivi didattici del Role Playing: costruire competenze oltre la conoscenza

Svolgimento di un'attività di role playing didattico

Il Role Playing è una metodolofia didattica adatta per lo sviluppo delle soft-skills.

L’adozione della metodologia didattica del role playing permette di raggiungere una vasta gamma di obiettivi educativi che vanno ben oltre la semplice memorizzazione dei contenuti. Questi obiettivi possono essere raggruppati in aree di sviluppo fondamentali per la crescita olistica dello studente.

  • Sviluppo cognitivo e problem solving: Mettendo gli studenti di fronte a scenari che richiedono decisioni e soluzioni, il Role Playing stimola potentemente il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi in modo creativo. Non si tratta di ricordare una risposta, ma di costruirne una attraverso l’azione e l’interazione.
  • Sviluppo socio-emotivo: Questo è forse l’ambito in cui il Role Playing eccelle. Obbligando gli studenti a “mettersi nei panni degli altri”, si coltiva in modo diretto l’empatia. Gli studenti imparano a comunicare in modo efficace (sia verbalmente che non), a gestire le proprie emozioni in situazioni nuove o stressanti, a negoziare, mediare e collaborare per un fine comune.
  • Apprendimento esperienziale e significativo: Il gioco di ruolo trasforma concetti astratti in esperienze concrete. “Vivere” una trattativa commerciale, un dibattito storico o un dilemma etico rende l’apprendimento memorabile e profondamente radicato nell’esperienza personale dello studente, aumentando significativamente la ritenzione delle informazioni.
  • Sviluppo di Competenze Trasversali (soft skill): In un mondo che richiede sempre più flessibilità, iniziativa e capacità di lavorare in gruppo, il Role Playing si rivela un’autentica palestra per le competenze del XXI secolo. Leadership, negoziazione, pensiero laterale e adattabilità vengono allenate in modo pratico e diretto.

Inoltre, questa metodologia funge da eccezionale strumento di valutazione formativa. Durante una simulazione, uno studente non può nascondersi dietro una definizione imparata a memoria. Le sue azioni rivelano la sua reale comprensione dei concetti, le sue misconcezioni e le sue lacune. Per il docente, osservare un role playing è come avere una finestra aperta sui processi di pensiero dei propri allievi, un’occasione preziosa per raccogliere dati autentici e orientare la didattica futura.

Applicare praticamente il Role Playing nella propria classe

La grande forza del Role Playing è la sua incredibile versatilità. Può essere adattato a qualsiasi disciplina e livello scolastico, dal gioco simbolico dei più piccoli alle complesse simulazioni dei più grandi. Ecco alcuni spunti pratici che puoi usare come ispirazione per le tue lezioni.

Scuola Primaria: imparare a “fare finta di” con scopo

Role Playing nella Scuola primaria

“Il mercato di classe” aiuta a sviluppare le competenze di negoziazione.

A quest’età, il gioco del “far finta di” è un linguaggio naturale per i bambini. Il role playing lo canalizza verso obiettivi didattici precisi.

  • Il mercato di classe (indicata per: Matematica, Educazione Civica): allestisci un piccolo mercato dove alcuni bambini sono venditori e altri clienti. Utilizzando denaro finto, dovranno fare acquisti, dare il resto e interagire in modo cortese. Si allenano il calcolo, il valore del denaro e le norme sociali di base.
  • Il dottore dei giocattoli (indicata per: Scienze, Educazione Emotiva): ogni bambino sceglie un giocattolo “malato” e ne descrive i sintomi al “dottore” e all'”infermiere”. Questa attività introduce le parti del corpo, il lessico legato alla cura e, soprattutto, sviluppa l’empatia e la capacità di prendersi cura degli altri.
  • Accogliere un nuovo amico (indicata per: Educazione Civica): simula l’arrivo di un nuovo compagno di classe. Assegna i ruoli: il nuovo arrivato, i compagni accoglienti e quelli che lo escludono. L’obiettivo è analizzare insieme le emozioni provate e trovare i comportamenti corretti per favorire l’inclusione.

Scuola Secondaria di Primo Grado: esplorare complessità e prospettive

Intervista a un personaggio storico - Role Playing didattico nella scuola secondaria di primo grado

“Intervista a un personaggio storico”

Gli studenti iniziano a confrontarsi con concetti più astratti e dinamiche sociali complesse. Il role playing li aiuta a esplorarli in modo concreto.

  • Intervista a un personaggio storico (indicata per: Storia, Italiano): dopo aver studiato un periodo storico, la classe si divide in gruppi: uno interpreta un personaggio chiave (es. Cristoforo Colombo), un altro un gruppo di giornalisti che deve preparare e condurre un’intervista. Questa attività richiede ricerca, approfondimento e la capacità di argomentare da una prospettiva diversa dalla propria.
  • Processo a un personaggio letterario (indicata per: Italiano): un personaggio di un romanzo (es. Renzo Tramaglino) viene messo sotto processo. Ci saranno avvocati dell’accusa, della difesa, testimoni e una giuria. Gli studenti devono analizzare il testo per trovare prove a sostegno della propria tesi, sviluppando pensiero critico e abilità argomentative.
  • In coda alla posta (indicata per: Lingua Straniera, Italiano): una situazione quotidiana diventa un laboratorio linguistico e sociale. Ogni studente riceve un ruolo (la persona che ha fretta, quella polemica, quella chiacchierona) e un obiettivo (spedire un pacco, pagare una bolletta). L’interazione spontanea che ne deriva è un eccellente esercizio di produzione orale in un contesto realistico.

Scuola Secondaria di Secondo Grado: simulare il mondo reale e le sue sfide

Un'attività di role playing in una classe di scuola superiore

“Dibattito ONU su una crisi globale”, una modalità interattiva per affrontare i temi di attualità

Il focus si sposta sulla preparazione al mondo universitario e professionale, colmando il divario tra teoria e pratica.

  • Simulazione di un colloquio di lavoro (indicata per: Educazione Civica, Orientamento): gli studenti si preparano per un colloquio per una posizione lavorativa fittizia, interpretando sia il ruolo del candidato che quello del selezionatore. È un’esperienza fondamentale per acquisire sicurezza e consapevolezza delle proprie capacità.
  • Dibattito ONU su una crisi globale (indicata per: Geografia, Diritto, Scienze, Storia): La classe si trasforma in un’assemblea delle Nazioni Unite per discutere una crisi (es. cambiamento climatico, pandemia). Ogni studente o gruppo rappresenta una nazione, con i suoi interessi e le sue risorse, e deve negoziare per raggiungere una risoluzione comune. Sviluppa public speaking, capacità di negoziazione e comprensione geopolitica.
  • Comitato etico su un dilemma scientifico (indicata per: Scienze, Filosofia): di fronte a una nuova scoperta scientifica (es. editing genetico), gli studenti interpretano scienziati, politici, filosofi e rappresentanti della società civile per discuterne le implicazioni etiche. L’attività stimola il pensiero complesso e l’analisi critica delle intersezioni tra scienza e società.

Il digitale può essere d’auto nelle attività di Role Playing?

La tecnologia non sostituisce il gioco di ruolo formativo tradizionale, ma ne amplifica le potenzialità, spostando il focus dalla sola simulazione sociale a quella concettuale. Vediamo alcuni servizi che possono essere utilizzati a supporto di questa metodologia didattica:

  • Piattaforme di gamification: strumenti come Classcraft trasformano l’intera esperienza scolastica in un gioco di ruolo persistente. Gli studenti creano avatar (guerrieri, maghi, guaritori), formano squadre e guadagnano punti esperienza non solo per i risultati accademici, ma anche per comportamenti positivi come aiutare un compagno. In questo modo, il curriculum stesso diventa un’avventura.
  • Scenari interattivi: piattaforme come Genially permettono ai docenti di diventare veri e propri game designer. È possibile creare narrazioni a bivi (“scegli la tua avventura”), escape room digitali dove risolvere enigmi disciplinari per “fuggire” da una stanza virtuale, o mappe interattive che fungono da ambientazione per un’indagine.
  • Realtà virtuale (VR) e aumentata (AR): qui si entra nell’ambito della didattica immersiva. Gli studenti, usando i visori, possono essere “teletrasportati” nell’antica Roma, all’interno di una cellula umana o su un pianeta lontano. Oppure possono diventare un globulo rosso che naviga nel sistema circolatorio o un delegato che partecipa a una ricostruzione storica, interagendo con l’ambiente in prima persona. In questo caso la tecnologia cosente la simulazione di concetti astratti e complessi, aprendo le porte del role playing anche alle discipline STEM in modi prima impensabili.

E il docente? Un facilitatore super partes

Una docente che sta gestendo un'attività di role playing
Il successo di un’attività di Role Playing dipende quasi interamente dalla capacità dell’insegnante di agire non come protagonista, ma come un abile “regista” dell’apprendimento. Il suo lavoro si articola in tre fasi cruciali:

  • Il briefing (la preparazione): questa è la fase di progettazione. Si definiscono lo scenario, il problema da affrontare e i ruoli, fornendo agli studenti le informazioni essenziali senza però scrivere un copione. È fondamentale spiegare gli obiettivi didattici dell’attività e condurre un breve riscaldamento per aiutare gli studenti a calarsi nella parte. Questa fase è come la formulazione di un’ipotesi in un esperimento: “Cosa succederà se agiamo in questo modo in questa situazione?“.
  • La simulazione (la messa in scena): durante l’attività, il docente fa un passo indietro. Il suo compito è osservare attentamente, prendere appunti sulle dinamiche, sulle scelte e sulle difficoltà degli studenti, intervenendo il meno possibile. Può agire come risorsa “a richiesta”, fornendo un termine specifico o un dato se necessario, ma senza mai dirigere l’azione. Questa è la fase della sperimentazione, in cui l’ipotesi viene messa alla prova.
  • Il debriefing (l’analisi): questa è la fase più importante, quella che trasforma l’esperienza in apprendimento duraturo. Senza un’efficace rielaborazione, il Role Playing rischia di rimanere solo un gioco. Il debriefing si svolge in tre momenti:
    • Autovalutazione degli “attori”: si chiede ai protagonisti come si sono sentiti, quali difficoltà hanno incontrato.
    • Feedback degli “osservatori”: si chiede al resto della classe cosa ha notato, quali strategie sono state efficaci e quali no.
    • Sintesi del docente: il docente guida la discussione, collega quanto emerso agli obiettivi didattici, chiarisce i concetti, sottolinea i punti di forza e, con delicatezza, le aree di miglioramento. Questa è l’analisi dei risultati, che convalida o confuta l’ipotesi iniziale e genera nuova conoscenza.

Sfruttare l’apprendimento attivo per andare oltre la lezione frontale

Ormai l’abbiamo detto più volte, la metodologia didattica del Role Playing è molto più di un semplice “gioco”. È una strategia pedagogica potente, flessibile e profondamente formativa, capace di rivitalizzare la didattica e di rispondere alle esigenze degli studenti di oggi. Richiede preparazione e un cambio di prospettiva da parte del docente, che da trasmettitore di sapere si trasforma in regista di esperienze. Ma i risultati ripagano ampiamente lo sforzo.

L’invito, come sempre, è a sperimentare. E ricorda: non è necessario stravolgere la tua programmazione. Inizia in piccolo, con una delle attività suggerite in questo articolo.
Scegli uno scenario semplice, prepara bene la scena e, soprattutto, fidati dei tuoi studenti e della loro innata capacità di mettersi in gioco. Apri il sipario nella tua classe e osserva la magia dell’apprendimento che prende vita.

Conoscevi già la metodologia didattica del Role Playing? Hai degli scenari particolarmente interattivi da suggerire agli altri docenti che leggono il blog? Usa i commenti e condividi la tua esperienza!

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Matteo Galli

Connesso senza soluzione di continuità dal 1996. Scrivo per lavoro, leggo per passione, cammino per necessità. Quando non sono davanti a uno schermo, mi rifugio tra i monti.

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