Secondo i dati distribuiti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in Italia gli studenti stranieri con cittadinanza italiana sono oltre 860.000, corrispondenti al 10% del totale. Fra questi, la maggioranza (65%) è nata e cresciuta in Italia.
Ciò significa che più di due terzi sono figli di immigrati di seconda e terza generazione. In realtà, sarebbe più corretto chiamarli “nuove generazioni di italiani”, una definizione concordata dalle molte associazioni che si occupano dei diritti dei minori legati ai flussi migratori.
Questo fenomeno, che sembra destinato a durare anche in futuro, pone nuove sfide cui i docenti delle scuole di tutte le età devono assolvere. Infatti, spetta proprio all’educazione il compito più difficile per favorire l’integrazione, attraverso la didattica interculturale.
Come si traduce in fatti? Lo vediamo in questo articolo.
Didattica interculturale, stranieri soggetti all’obbligo scolastico
Se un ragazzo che proviene da un paese extraeuropeo volesse frequentare la scuola italiana, ma ha già degli anni di studio alle spalle, cosa deve fare?
Secondo il Decreto Legislativo n. 254 del 2012, in linea generale il ragazzo che si trova ancora nella fascia dell’obbligatorietà scolastica sarà iscritto nella classe corrispondente alla sua età. Tuttavia, il collegio docenti può stabilire diversamente a seconda dei casi:
- L’ordinamento degli studi del Paese di provenienza può determinare l’iscrizione a una classe superiore o inferiore rispetto all’età anagrafica.
- Accertamento delle competenze, le abilità e il livello di preparazione dello studente.
- Viene preso in esame il corso di studi che il ragazzo richiedente seguiva in precedenza nella sua nazione d’origine.
- Viene considerato il titolo di studio in possesso.
Stranieri non più soggetti all’obbligo scolastico
Nell’altro caso, l’alunno che vuole iscriversi, ad esempio, ad un indirizzo secondario superiore, dovrà prima ottenere che il suo titolo di studio abbia lo stesso valore di quello italiano. Anche in questo caso la decisione è in capo al consiglio di classe, che può prevedere degli esami integrativi per valutare le competenze del ragazzo.
Lo studente deve, poi, presentare dei documenti, che sono:
- Il certificato che dimostra il livello di studio, firmato dal Dirigente Scolastico della scuola frequentata nel Paese da cui proviene.
- Una dichiarazione tradotta in italiano rilasciata dall’Autorità Diplomatica o dal consolato italiano che si trova nella sua terra d’origine.
Quali sono le buone pratiche per la didattica interculturale?
Ora che abbiamo visto il meccanismo burocratico, vediamo insieme quali sono le strategia giuste per favorire un buon inserimento dell’alunno straniero all’interno della classe.
1.Un kit di benvenuto
Per far sentire lo studente subito parte di una comunità inclusiva, potresti preparare, insieme alla tua classe, un kit di benvenuto. Gli articoli migliori potrebbero essere oggetti di cancelleria, un disegno o una foto in cui ci sono i ragazzi della classe, in cui riportano i loro interessi e le loro caratteristiche. Nel caso lo studente non mastichi ancora l’italiano, potresti preparare del materiale informativo in cui spiegare qualcosa sulla città in cui si è trasferito, gli usi e i costumi della nazione che lo ospita.
2.Attività locali
Un modo divertente per conoscere meglio il nuovo ambiente è andare alla scoperta della cultura e delle tradizioni del luogo. Perché non organizzare una gita, anche al di fuori dell’orario scolastico, per iniziare lo studente straniero sul cibo locale, le ricorrenze e gli eventi celebrati dalla gente del posto? Sicuramente non rinuncerà a provare un buon primo o una pizza!
3.Attività extra-scolastiche
Per una didattica interculturale efficace è importante tenere conto delle difficoltà di adattamento iniziali da parte di ragazzi che vengono da Paese molto diversi dal nostro. Ma è anche fondamentale capire le loro caratteristiche personali, specialmente quando sono timidi e restii a socializzare velocemente.
In questo caso l’aiuto che verrà dai tuoi alunni è centrale, in quanto potrebbero coninvolgerlo in attività che si svolgono dopo il suono della campanella e stringere dei legami più stretti.
Conoscere i suoi interessi è un buon punto di partenza. Spesso lo sport unisce popoli culturalmente distanti, quindi, ad esempio, perché non invitarlo a giocare a calcio?
4.La tecnologia contro la barriera linguistica
Imparare la lingua del luogo è la montagna più impervia da scalare. I ragazzi stranieri che frequentano la scuola italiana, però, hanno il vantaggio di sentir parlare italiano quasi ogni giorno per molte ore di seguito.
Ci sono però, comunque, delle sfumature linguistiche che impediscono spesso di comprendere un concetto espresso in un idioma diverso. Puoi compensare questo divario attraverso i tanti strumenti tecnologici che permettono una traduzione quasi istantanea nella sua lingua, o in inglese, nel caso sia più comprensibile allo studente.
5.Il compagno di banco ideale
Contribuisci alla didattica interculturale assegnando all’alunno straniero un vicino di banco socievole ed empatico. La curiosità scavalcherà il muro della comunicazione, se poi il ragazzo che hai scelto è anche bravo saprà aiutarlo nell’apprendimento in classe.
6.Conosci il suo mondo
Per conoscere bene i tuoi studenti cerchi di sapere tutto su di loro? Perfetto, allora ti basterà applicare questa buona pratica anche a quelli stranieri. Informati sulla storia del loro Paese, scopri le loro usanze, e poi condividile con i ragazzi.
Per esempio, se hai uno studente proveniente da un Paese a maggioranza musulmana, racconta ai tuoi studenti i principi cardini dell’Islam, gli eventi più importanti e le regole religiose che devono osservare. A furia di parlare emergeranno alcune pratiche non poi così lontane dalle nostre.
7.Un’immagine che vale più di mille parole
Come sicuramente avrai notato nel tuo lavoro, le immagini parlano una lingua comune a tutti i ceppi linguistici.
Se insegni una materia come l’Italiano, utilizzare elementi visivi per riassumere concetti complessi semplificherà il tuo lavoro. Lo studente straniero attiverà la memoria fotografica, associando la figura alla nozione da imparare.
Queste erano le nostre indicazioni su come facilitare l’inserimento degli studenti stranieri con la didattica interculturale. Ce ne sono nella tua classe? Come hai gestito la loro integrazione? Scrivicelo nei commenti.