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Il mondo del lavoro richiede oggi una quantità sempre crescente di competenze tecniche. La scuola cerca di stare al passo, aggiornando l’offerta formativa, proponendo progetti ad hoc, sperimentando nuove modalità didattiche. Non bisogna però dimenticare che il contesto scolastico è un luogo nel quale si coltivano non solo le cosiddette hard skill, ovvero le nozioni strettamente tecniche e professionali, il “saper fare”, ma anche le soft skill, cioè quelle competenze trasversali che definiscono invece il nostro “essere”.   

In questo post abbiamo raccolto per voi alcuni spunti per riflettere su come aiutare gli studenti a sviluppare proprio queste soft skill.

 

Che cosa si intende con soft skill

Le soft skill comprendono l’insieme delle capacità comunicative, relazionali e comportamentali che definiscono il modo in cui agiamo e interagiamo in un contesto lavorativo o, in senso più ampio, nelle relazioni interpersonali. Rientrano tra le soft skill il problem solving, la capacità di svolgere compiti in autonomia, la flessibilità, la disponibilità al lavoro di squadra e molto altro.

Si tratta quindi di competenze meno “tangibili” e anche per questo più difficili da sviluppare, essendo legate al nostro percorso personale e alle esperienze vissute. La scuola, però, può senz’altro aiutare i più giovani a prendere consapevolezza di queste capacità e a potenziarle.

 

L’apprendimento involontario (e come renderlo intenzionale)

Facendo una similitudine con il suo giardino, un insegnante racconta di essersi reso conto che i suoi studenti hanno sviluppato nel tempo molte competenze e abilità che non ha insegnato loro direttamente e volontariamente, proprio come in un giardino possono spuntare germogli spontanei non piantati intenzionalmente. Ha riconosciuto tre diversi tipi di “apprendimento involontario”:

  1. i momenti adatti per insegnare, ovvero le opportunità didattiche che si creano durante le lezioni;
  2. l’apprendimento pervasivo che deriva dall’ambiente circostante;
  3. l’apprendimento delle soft skill.

Affinché l’apprendimento involontario abbia successo, però, è necessario che il docente crei intenzionalmente le opportunità per stimolarlo. Nel link qui sotto alcuni esempi da mettere in pratica in classe.

 

Leggi l’articolo Three Types of Unintentional Learning (And How to Make Them Intentional), di Ben Johnson, Edutopia.

 

Come sviluppare e valutare le soft skill

Per garantirne lo sviluppo, le soft skill dovrebbero essere integrate realmente all’interno del contesto scolastico. Ma per raggiungere questo obiettivo non si può adottare lo stesso approccio che si utilizza per le altre discipline del curricolo. Le competenze emozionali e sociali, infatti, non sono competenze cognitive e sono quindi più difficili da definire e misurare. Esse emergono solo all’interno delle relazioni interpersonali ed è dunque indispensabile riuscire a costruire un ambiente in cui possano manifestarsi ed essere coltivate.

 

Leggi l’articolo 3 Tips for Developing and Assessing Soft Skills: First, Take Off Your Emotional Armor, di Daren Dickson, EdSurge.

 

Insegnare etica e morale

Concludiamo questo post sulle soft skill proponendovi una piccola riflessione sull’importanza di affrontare i temi dell’etica a scuola. Come abbiamo detto, il compito dell’insegnante è non solo trasmettere nozioni e conoscenza, ma anche sviluppare nei suoi studenti altri tipi di competenze, più personali, più umane. Tra queste, saper distinguere bene e male.

I docenti passano molto tempo con bambini e ragazzi (a volte anche più dei genitori), diventando inevitabilmente dei modelli di comportamento. Così, spesso, ciò che facciamo si rivela molto più importante di quello che diciamo. L’etica, quindi, è qualcosa che viene più frequentemente colta piuttosto che insegnata direttamente. Non è facile avere risposte certe o linee guida in questo campo, ma ognuno di noi dovrebbe essere cosciente che il suo comportamento è importante agli occhi di chi lo osserva all’interno del contesto educativo e agire di conseguenza. Si può cominciare dalle piccole cose – l’empatia, l’accettazione del diverso, il confronto rispettoso – per costruire una bussola che aiuti i più giovani a fare le loro scelte di vita liberamente ma in modo consapevole.

 

Leggi l’articolo Teaching Morals and Ethics in a World of Gray, di Vicki Davis, The Cool Cat Teacher Blog.

 

Lasciate le vostre riflessioni nei commenti qui sotto!

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