L’ADHD, o disturbo da deficit di attenzione e iperattività, è una condizione che influenza profondamente l’apprendimento e il comportamento di molti studenti a scuola.
Per gli insegnanti, capire come supportare questi ragazzi può fare la differenza nel loro percorso educativo. In questo articolo, esploriamo le caratteristiche principali dell’ADHD e condividiamo alcune strategie pratiche per gestirlo in classe.
ADHD cosa significa
L’acronimo inglese sta per Attention Deficit Hyperactivity Disorder, che vuol dire disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Riconosciuto come disturbo dello sviluppo neuropsichico, si manifesta entro i primi sette anni di età.
I sintomi principali sono scarsa capacità di attenzione e concentrazione, che rende l’apprendimento e lo “stare composti” in classe estremamente difficile. La ripetizione di tic nervosi, difficoltà nel rimanere focalizzato sul compito da svolgere e segnali di disagio che si manifestano per sei mesi possono portare alla diagnosi finale. Non è da confondere con i disturbi specifici dell’apprendimento, di cui abbiamo già parlato.
Principali manifestazioni dell’ADHD
Come già detto, l’ADHD può essere diagnosticato dai 3 anni in su. Si prendono in considerazione i contesti di vita come la scuola, l’ambito familiae e le relazioni con i propri coetanei.
Solitamente, ci sono tre possibili scenari:
- la disattenzione prevalente
- L’iperattività e l’impulsività
- la combinazione delle prime due
Iperattività
L’iperattività spesso è considerata la caratteristica più presente nelle persone con ADHD. Col passare del tempo tende spontaneamente a ridursi, trasformandosi in forte tensione interna e senso di inquietudine.
L’iperattività si manifesta soprattutto:
- nella difficoltà a rimanere seduti;
- nel muoversi in continuazione;
- nel disturbare durante le attività che dovrebbero svolgersi in tranquillità;
- nel parlare senza sosta;
- nella necessità di alzarsi continuamente.
Impulsività
L’impulsività consiste nella difficoltà a controllare risposte automatiche a stimoli esterni o interni. Come si manifesta?
- Impazienza;
- Difficoltà a tenere a freno le azioni;
- la persona con ADHD agisce prima di pensare;
- interrompere gli altri mentre sono impegnati;
- rispondere alle domande prima che sia finite.
Disattenzione
La disattenzione è forse il sintomo più difficile da rimuovere: persiste infatti anche nelle persone adulte, creando problematiche che all’aumentare dell’età diventa sempre più complicato rimuovere. I principali comportamenti:
- difficoltà di organizzazione e pianificazione;
- attenzione discontinua;
- Difficoltà nel concentrarsi su un singolo stimolo;
- poca cura dei dettagli;
- necessità di ricevere stimoli intensi come ansia o gratificazione per portare a termine le cose.
ADHD a scuola, l’età adolescenziale
L’adolescenza, si sa, è un periodo di attraversamento complicato, e può esserlo ancor di più per chi ha i sintomi ADHD.
Ad esempio, l’iperattività tende a trasformarsi in una sensazione interiore di tensione e irrequietezza.
La disorganizzazione e la difficoltà di pianificazione minano la capacità di progettare il proprio futuro. I ragazzi con ADHD faticano a riflettere su se stessi e le cose che li circondano.
L’aspetto emotivo è quello più colpito: i frequenti cambi di umore impediscono di relazionarsi positivamente con gli altri, creando amicizie solide.
Le paralisi dell’ADHD
Come hai potuto leggere fin qui, la persona con ADHD vive in uno stato di perenne agitazione, che però non porta a compiere nessuna azione che possa migliorare la sua condizione.
Si parla di paralisi dell’ADHD quando il cervello attiva delle risposte di fuga, lotta o congelamento quando si trova in situazioni scomode.
Le decisioni e le sfide da affrontare vengono accantonate, quando il soggetto si sente sopraffatto dall’ansia di doverle fronteggiare.
Questo stato di inazione può durare ore, giorni o addirittura settimane, in base all’individuo e alle circostanze in cui si trova.
Le tipologie di paralisi possono essere:
- mentali, quando la persona è schiacciata emotivamente da pensieri, emozioni, informazioni;
- decisionali, quando il soggetto si trova davanti a troppe possibilità nel momento in cui deve compiere una scelta;
- per compiti, quando il lavoro richiesto è molto impegnativo e la persona ADHD tende a procrastinare, evitandolo e dedicandosi ad altro.
Come gestire l’ADHD con i ragazzi?
Ora che abbiamo visto come evolvono le disfunzionalità legate all’attenzione e la concentrazione dei ragazzi, proviamo a vedere insieme come puoi intervenire in classe per frenare la loro tendenza all’impulsività.
Come mantenere viva l’attenzione
È la sfida forse più impegnativa e richiede un’interazione frequente con lo studente con ADHD.
Prima di tutto, è importante mantenere sempre un atteggiamento aperto e positivo nei loro confronti. Le regole per i compagni valgono ugualmente, ciò che cambia è il modo in cui insegnare a rispettarle.
Dovrai esporre i divieti in modo chiaro, descrivendo le azioni concrete da eseguire.
Come per molti altri casi, le immagini sono un potente alleato della tua didattica, in quanto attivano nei ragazzi un associazione legato più al simbolo/disegno che alla regole per iscritto.
Spiega poche regole alla volta, se necessario anche simulando un esempio: se il ragazzo con ADHD fatica ad intervenire in classe aspettando il proprio turno, potresti fargli compiere il gesto di alzare la mano.
Rinforzi negativi e comportamenti positivi
Si tratta di tecniche che possono aiutarti nel tuo rapporto quotidiano con un alunno con ADHD.
Abbiamo già visto come l’utilizzo di disegni e un approccio positivo facilitano l’apprendimento. Oltre a questi, il ricorso ad esempi e simulazioni basati sull’osservazione dei comportamenti da tenere, insieme a un’analisi “passo dopo passo” che consiste nel scomporre il compito per fasi e semplificare la procedura di svolgimento.
Alcune tecniche specifiche per contrastare l’ADHD a scuola
La tecnica del pomodoro
Questo metodo è strutturato per ottimizzare il tempo in cui si svolgono attività e lavori. Questa tecnica si articola in 5 fasi:
- Selezionare il compito da svolgere, assicurandoti che si possa terminare in breve tempo
- Impostare un timer per raggiungere l’obiettivo desiderato; di norma il cronometro ideale è 25 minuti.
- In questo periodo di tempo l’unica cosa su cui concentrarsi è il compito che si sta svolgendo, cercando di rimuovere ogni possibile distrazione.
- Dopo questa fase, concedersi una breve pausa (5 minuti) staccando la testa dal lavoro.
- Terminata la pausa, ripetere il ciclo.
Come puoi vedere, la tecnica del pomodoro è pensata come se fosse un vero e proprio circuito di allenamento, in cui non è importante la quantità di tempo dedicata all’attività, ma si basa sulla concentrazione assoluta per raggiungere un piccolo scopo, in grado di far compiere grandi passi in avanti.
Il “time-out”
Anche questo sistema serve per agevolare lo studente con ADHD nella concentrazione, anche se si tratta di ricorrere ad un’azione più estrema.
Infatti, con “time-out” si delinea l’allontanamento temporaneo del ragazzo, accompagnandolo in un ambiente privo di stimoli esterni che potrebbero distrarlo.
In questa fase di sospensione, l’alunno deve riflettere sull’origine e l’evoluzione della sua condotta disfunzionale.
La tecnica del semaforo
Disegna un semaforo coi tre colori rosso, giallo e verde, stampalo e ritaglia un talloncino con il nome dello studente con ADHD.
Al fianco di ogni colore, verranno accostati i comportamenti da interrompere e quelli invece corretti e che sono meritevoli di una gratificazione.
Quando l’alunno mette in atto atteggiamenti negativi, il talloncino viene fissato con la molletta sul rosso, viceversa sul verde quando agisce in modo positivo.
Per saperne di più
Alla fine di questo lungo percorso delle patologie legate all’ADHD e delle buone pratiche da adottare a scuola per seguire lo studente in un percorso graduale di miglioramento, è bene sapere che il discorso sui disturbi comportamentali dell’attenzione e dell’iperattività non si può esaurire in un solo articolo. Essendo l’argomento molto vasto, vogliamo consigliarti alcuni enti che se ne occupano da molto tempo. In particolare:
– Associazione Italiana Famiglie ADHD (Aifa) è una Onlus di informazione e divulgazione scientifica sul tema.
– Gam Medical mette a disposizione sul proprio sito un test da effettuare per scoprire se esistono manifestazioni comportamentali che potrebbero ricondurre all’ADHD.
Hai avuto casi di studenti con ADHD a scuola? Come li hai affrontati? Riporta la tua esperienza nei commenti.