Bella la vita dell’insegnante, lavori appena 18 ore a settimana e puoi dedicare il resto del tempo a te stesso. Quante volte hai sentito questa affermazione e avresti voluto trascinare quelli che l’hanno pronunciata in una giornata di ordinaria follia nella scuola? La credenza comune su quanto lavorano gli insegnanti è che l’orario di lavoro coincide con quelle di lezione in classe. Le cose, però, stanno diversamente.
Dopo aver parlato di un altro luogo comune, le ferie dei docenti, ora vogliamo affrontare, una volta per tutte, in modo chiaro e trasparente, quali sono le mansioni extra-insegnamento svolte dagli insegnanti, provando a fare una stima di quante sono le ore effettive di lavoro.
Quanto lavorano gli insegnanti: contratto nazionale, formazione, attività al fuori dell’orario di lezione
Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL)
A febbraio 2024 è stato firmato il nuovo CCNL che regola il ruolo, le funzioni, gli oneri e i doveri del personale scolastico.
La sezione dedicata ai docenti è la più corposa e contiene molte delle informazioni principali per conoscere come viene regolato il rapporto di lavoro.
Per quello che ci interessa, cioè quanto lavorano gli insegnanti, ci sono due articoli fondamentali che il corpo docente dovrebbe conoscere a memoria: stiamo parlando degli articoli 43 e 44.
Articolo 43 CCNL: attività dei docenti
Il comma 5 del suddetto articolo dice che, nell’ambito del calendario scolastico, l’attività di insegnamento si svolge in:
- venticinque ore settimanali nella scuola di infanzia;
- ventidue ore settimanali nella scuola primaria, a cui vanno aggiunte due ore da dedicare alla programmazione didattica durante il collegio docenti;
- diciotto ore settimanali nelle scuole di istruzione secondaria superiore ed artistica.
A leggerlo così, questa ripartizione delle ore sembrerebbe dare ragione a coloro che sostengono che quello dell’insegnante sia di fatto un lavoro “part time” a stipendio pieno. Le occupazioni dei docenti, però, non finisco qui, come vedremo analizzando l’articolo 44.
Articolo 44 CCNL: le altre mansioni al di fuori dell’orario di lezione
Questo articolo disciplina le attività funzionali all’insegnamento, ovvero tutti gli altri impegni, oltre alle ore lavorate in classe con gli studenti, che ogni docente deve svolgere, in base a quello che i diversi ordinamenti scolastici dispongono. L’aspetto più rilevante di questo articolo è che viene fatta una distinzione tra gli adempimenti individuali e le attività di carattere collegiale. Tutti questi compiti devono essere svolti in almeno 80 ore (40+40) all’anno in aggiunta a quelle trascorse in aula.
Gli adempimenti individuali di un docente riguardano:
- la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
- la correzione delle verifiche;
- i rapporti con le famiglie, quindi il colloquio genitori-insegnanti.
Le attività di carattere collegiale, invece, prevedono:
- la partecipazione alle riunioni di collegio dei docenti, la programmazione, gli scrutini trimestrali o quadrimestrali e finali, per un totale di 40 ore all’anno;
- di prendere parte ai consigli di classe. Anche in questo caso l’orario minimo da garantire è di 40 ore.
Come puoi vedere, il carico di lavoro cresce di molto rispetto a quello che si potrebbe pensare su quanto lavorano veramente gli insegnanti.
La formazione
Il nuovo CCNL ha ampliato la formazione dei docenti, dedicandogli un’apposita sezione. Ci sono differenze tra le varie materie, e può essere che un insegnante di una disciplina necessiti di più ore da dedicare alla formazione di un altro. In ogni caso, la formazione è un diritto ma soprattutto un dovere di maestre e professori.
Le ore di formazione non devono mai coincidere con quelle dell’orario di lezione. A volte sono previste ore di formazione ulteriori rispetto a quelle derivanti dagli adempimenti individuali e le attività collegiali, di cui abbiamo già parlato, e che in questo caso vengono retribuite. Dunque, si tratta di un ulteriore adempimento per l’insegnante da svolgere quando non sta insegnando la propria materia ai suoi studenti.
Due studi che rilevano quanto mediamente lavorano gli insegnanti
Abbiamo visto come tra impegni individuali e collettivi gli incarichi che un docente deve assolvere sono molti: partecipare a riunioni ordinarie e straordinarie, preparare i compiti e le lezioni, correggere le verifiche ecc. Quello che viene fuori è che il lavoro non finisce mai a scuola, ma continua anche quando sono rientrati a casa. In questo caso si parla di lavoro sommerso, cioè di quelle ore che non vengono, di fatto, conteggiate nel proprio orario di lavoro, perché può variare di molto, in base alla disciplina insegnata e all’esperienza acquisita.
Recentemente ci sono stati due importanti studi che hanno cercato di quantificare il monte ore lavorativo medio degli insegnanti, aggiungendo la componente del lavoro sommerso.
Studio della Giunta Provinciale dell’Alto Adige
La Giunta Provinciale dell’Alto Adige ha riassunto, a fine 2019, le ore contrattualizzate degli insegnanti in questo modo:
- 755 ore annuali per la scuola primaria;
- 614 ore annuali per le scuole secondarie di primo e secondo grado.
A queste si aggiungerebbero le ore del lavoro sommerso, che, è stato calcolato, ammonterebbe a 800 ore all’anno. Di conseguenza, un insegnante lavorerebbe, all’incirca, oltre 1600 ore all’anno, per l’esattezza 36 ore alla settimana per 45 settimane annuali.
Osservatorio Conti Pubblici Italiani (OCPI)
Il report dell’OCPI, pubblicato il 4 gennaio 2022, riporta che i docenti italiani lavorano in media 36 ore settimanali, 50 per cento in più rispetto alle ore di insegnamento diretto previste dal contratto. In linea con quelle degli altri dipendenti della pubblica amministrazione.
In particolare “I docenti che insegnano materie in ambito umanistico e linguistico lavorano circa 19 ore settimanali in più rispetto a quelle dedicate all’insegnamento”. Chi, invece, insegna in aree scientifiche ed economiche “lavora mediamente 17 ore aggiuntive“. Questa differenza, seppur contenuta, dipende dal fatto che “docenti di matematica, fisica e discipline simili sono mediamente meno coinvolti in incarichi extra (20 su 57, ovvero circa il 35 per cento) rispetto a colleghi che insegnano in ambito umanistico (48 su 94, poco più del 50 per cento)“.
Lo studio dell’OCPI prova anche a tracciare una differenza di tipo generazionale, mettendo in evidenza come “i docenti più anziani lavorano in media più ore extra-insegnamento rispetto ai colleghi più giovani (19 ore aggiuntive a settimana per la fascia 41-50 anni, contro le 16 ore in più per la fascia 31-40)“.
In conclusione, le cifre relative al lavoro sommerso sono variabili e dipendono dal grado di impegno e professionalità che il docente ci mette per migliorare la qualità dell’insegnamento, così come è vero che nel CCNL ci sono obblighi e adempimenti che certificano che l’orario di lavoro degli insegnanti è ben superiore a quello che le persone credono.
Ora che sai quanto lavorano davvero gli insegnanti, pensi che, in base alla tua esperienza, i dati sul lavoro sommerso siano realistici? Condividi la tua opinione commentando questo post.