Skip to main content

Il 14 aprile ricorre l’anniversario della morte di Gianni Rodari e vogliamo ricordarlo dedicandogli il nuovo episodio di Così si fa la scuola, la nostra rubrica sui grandi personaggi che hanno lasciato un importante contributo nel mondo dell’Education.

Gianni Rodari ha avuto una vita molto avventurosa, è stato un insegnante, nonché un grande pedagogista e un celebre scrittore: ha rivoluzionato il mondo della letteratura per l’infanzia e nel 1970 ha vinto il premio Hans Christian Andersen con La grammatica della fantasia: ancora oggi, rimane l’unico autore italiano a essersi aggiudicato questo prestigioso riconoscimento.

Due anni fa è stato il centenario della sua nascita e ci sono state diverse iniziative per ricordarlo: una delle più importanti è stata 100 anni Gianni Rodari. Qui, Stefano Bordiglioni, autore di libri per bambini e ragazzi, ha proposto venti attività da svolgere in classe per gli studenti della scuola primaria: le trovate qui.

Anche noi abbiamo voluto proporre un’attività dedicata a Gianni Rodari e abbiamo deciso di utilizzare uno dei suoi libri più famosi: C’era due volte il barone Lamberto.

Gianni Rodari

Gianni Rodari, l’insegnamento a non aver paura in C’era due volte il barone Lamberto

Conoscete la storia del barone Lamberto?

Il barone Lamberto è un uomo anzianissimo e ricchissimo, che abita a San Giulio, nella piccola isola al centro del Lago D’Orta. Il barone vive insieme al fedelissimo maggiordomo Anselmo, ed è terrorizzato dall’idea della morte, che ormai sente vicina. Un giorno, durante un viaggio in Egitto, viene a conoscenza di un antico segreto, tramandato da faraone a faraone: “L’uomo il cui nome è pronunciato resta in vita“.

Il barone, quindi, decide di assumere sei persone per ripetere tutto il giorno, tutti i giorni, a turno, ininterrottamente, il suo nome: in questo modo potrà vivere in eterno. Questa strana idea, incredibilmente, funziona e il barone non solo non muore, ma ogni giorno addirittura ringiovanisce e recupera la forza di un tempo.

Tuttavia, non tutti sono felici di questa notizia: il nipote Ottavio, suo unico erede, come farà a ricevere la cospicua eredità e pagare tutti i suoi debiti, se lo zio non muore?

Isola di San Giulio sul Lago D'Orta, dove è ambientata la storia

L’Isola di San Giulio sul Lago D’Orta, dove è ambientata la storia.

Durante il racconto il barone sfugge a diversi tentativi di omicidio da parte dell’avido nipote, ma alla fine soccombe. Al suo funerale partecipano in tantissimi e, quando tutto sembra finito, tutti prendono a pronunciare il suo nome e…  il barone torna in vita! Non solo: gli ospiti pronunciano il nome troppo velocemente e il barone prende a ringiovanire all’improvviso, fino a tornare adolescente.

Questo breve romanzo vuole introdurre i bambini a temi difficili, come la memoria e la paura della fine e della morte.

Nel romanzo, il barone fraintende l’antico proverbio egiziano, che in realtà nasconde un significato ben più profondo: finché verremo ricordati, non moriremo mai davvero. È curioso che questa sia stata una delle ultime opere dello scrittore, che sarebbe morto per una malattia cardiaca solo due anni dopo, nel 1980.

C’era due volte il barone Lamberto: che cosa succede dopo?

Dopo il suo funerale, il barone Lamberto si ritrova di colpo all’età di tredici anni. Ha di nuovo tutta la vita davanti a sé e può decidere quale strada seguire.

Gianni Rodari era solito lasciare un finale aperto alle sue storie, per dare ai lettori la possibilità di scelta, altro tema molto importante nella sua scrittura.

Che cosa succede, quindi, dopo la parola fine? Lamberto può ricominciare la sua vita da capo: non è una fine, ma un inizio. Che cosa farà, dunque?

Aprite un dibattito con i vostri alunni, introducete questi importanti temi (la morte, la memoria, la paura della fine, la possibilità di scegliere da soli…) e proponete loro di scrivere un nuovo finale, quello che preferiscono.

Vi lasciamo con le ultime frasi del romanzo:

“Non tutti saranno soddisfatti della conclusione della storia. A questo però c’è rimedio. Ogni lettore scontento del finale, può cambiarlo a suo piacimento, aggiungendo al libro un capitolo o due. O anche tredici. Mai lasciarsi spaventare dalla parola FINE“.

blank

Michela è Content & Social Media Editor in bSmart Labs. I social sono il suo pane quotidiano e cura la scrittura degli articoli su questo blog!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Share via
Copy link