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Come riuscire a dare una valutazione obiettiva ed equa dei risultati ottenuti da uno studente? E soprattutto, come fare in modo che questa sia utile e costruttiva per lui/lei?

I fattori da considerare sono molti (le conoscenze acquisite, le competenze dimostrate, il progresso compiuto, il percorso scolastico personale, ecc.), per cui restituire un giudizio è un compito molto delicato.

Vediamo insieme alcuni spunti per riflettere su come valutare l’apprendimento a scuola e aiutare gli studenti a guardare oltre il voto di una verifica.

 

Focalizzarsi sugli obiettivi (personali, della classe, della scuola)

La valutazione è la naturale conseguenza di un altro momento fondamentale della vita scolastica, ovvero quello della verifica. Entrambe queste attività vengono svolte seguendo dei sistemi che raccolgono linee guida condivise: ma quelli tradizionalmente applicati finora si dimostrano ancora efficaci rispetto agli attuali percorsi di didattica innovativa?

Dall’articolo proposto qui sotto emergono alcune caratteristiche essenziali che un sistema di valutazione (e di verifica) dovrebbe avere per rivelarsi davvero utile per insegnanti e studenti:

  • essere plasmato dalla pratica quotidiana;
  • essere condiviso, ma fatto “su misura”;
  • essere frutto di comunità che collaborano e si confrontano;
  • essere orientato all’azione;
  • porsi come guida al miglioramento dell’apprendimento;
  • essere direttamente connesso agli obiettivi specifici che ci si pone.

 

Leggi l’articolo Assessments: We Cannot Improve at Scale What We Cannot Measure, di Maurice J. Elias, Edutopia.

 

Valutare al di là del voto

Spesso i voti sono considerati unità di misura sufficienti a valutare il livello di apprendimento di uno studente, la validità della didattica di un docente e la qualità di un istituto. Ma valutare è molto più che assegnare un numero da 1 a 10 a un compito in classe: dovrebbe essere una spinta a mettersi in rapporto diretto e attivo con gli altri ( e con “altri” si intende l’intera comunità scolastica, fatta di insegnanti, docenti e famiglie, a livello non solo locale, ma anche regionale e nazionale).

Certo, restituire a ogni studente un riscontro specifico e personale sul lavoro svolto non è facile quando si seguono decine e decine di ragazzi. Ma affinché la valutazione sia efficace e raggiunga davvero il suo obiettivo (cioè aiutare gli alunni a comprendere in modo chiaro e “tangibile” come possono migliorare), è necessario un confronto continuo. Serve dedicare molto tempo per costruire una relazione di questo tipo, e quello a disposizione nella giornata tipo di un insegnante non sempre è sufficiente: la tecnologia, però, può correre in vostro aiuto, e nell’articolo di ISTE che trovate più sotto ci sono diversi esempi pratici!

[Nota: l’articolo del Washington Post qui di seguito offre anche un’ottima occasione per conoscere come gli Stati Uniti hanno cercato di migliorare il loro sistema di valutazione attraverso l’”Every Student Succeeds Act”, un provvedimento di riforma che mira a migliorare la qualità e l’equità della scuola. Si tratta di un contesto diverso da quello italiano, ma che dà interessanti spunti di riflessione.]

 

Leggi gli articoli Beyond test scores: The right way to assess students and schools, di Valerie Strauss, The Washington Post, e 6 ways to give feedback that helps students improve and succeed, di Rhoda Hahn, ISTE.

 

L’autovalutazione e il dialogo con gli studenti

Una strategia vincente potrebbe essere introdurre l’autovalutazione, ovvero incoraggiare gli studenti stessi a esprimere un giudizio sul loro apprendimento. Non in sostituzione della valutazione del docente, bensì come riflessione ulteriore sui risultati raggiunti. Ecco tre piccoli consigli per aiutare i ragazzi a comprendere i riscontri che ricevono sul loro lavoro a scuola e a utilizzarli per la loro crescita:

  • stimolate delle aspettative realistiche;
  • siate pazienti;
  • non dimenticate il contesto socio-culturale in cui si muovono il singolo e la classe.

In molti casi, infatti, agli studenti non serve avere più informazioni sul loro andamento di quante già ne ricevano. Semplicemente hanno bisogno di sapere come interpretare questi dati e trasformarli in azione. Per questo il dialogo con l’insegnante (e anche con i propri compagni) è essenziale per avere chiarimenti e consigli.

 

Leggi gli articoli 3 Non-Negotiables When Teaching Students to Evaluate Their Own Learning, di Cindi Dunford, EdSurge, e How I Turned Formative Assessment into a Dialogue with My Students, di James Denby, Common Sense Education.

 

Come vivete il momento della valutazione nella vostra pratica didattica? Cercate di far partecipare attivamente anche gli studenti? Scrivetecelo nei commenti!

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