Il nostro tour “scuole nel mondo” fa tappa in Asia in uno dei più importanti paesi del sud-est del continente: il Giappone. In questa nazione, la scuola è considerata fondamentale per la crescita dei giovani giapponesi e uno strumento necessario per diventare cittadini modello e lavoratori efficienti. Vediamo, dunque, come funziona il sistema scolastico del Sol Levante.
Come funziona la scuola in Giappone: i cicli scolastici
La scuola in Giappone è obbligatoria fino ai 15 anni. Le lezioni iniziano ad aprile e terminano il 31 marzo dell’anno successivo, organizzate in tre quadrimestri che comprendono le vacanze primaverili, estive ed invernali (diversamente avviene solo nelle scuole superiori). Gli studenti giapponesi frequentano la scuola per sei giorni a settimana.
Il sistema didattico è suddiviso in cinque cicli scolastici:
- Scuola materna (Yōchien): per bambini dai 3 ai 6 anni.
- Scuola elementare (Shōgakkō): dai 6 ai 12 anni.
- Scuola media inferiore (Chūgakkō): dai 12 ai 15 anni.
- Scuola media superiore (Kōtōgakkō): dai 15 ai 18 anni.
Fino alla scuola primaria inclusa l’istruzione è completamente gratuita. A partire dalle scuole secondarie, le famiglie devono coprire alcune voci di spesa, come le gite, gli spostamenti e i pasti.
Scuola Materna
Il calendario della scuola materna stabilisce una frequenza di cinque giorni a settimana, dal lunedì al venerdì, con un orario prolungato, dalle 8.30 alle 15.30.
In questi primi anni, i bambini giapponesi imparano l’arte degli origami, la calligrafia con il katakana e l’hiragana, lo studio della fonetica e della musica.
La scuola fornisce in dotazione due uniformi, una formale e un’altra sportiva, con cappelli dai colori più disparati.
Scuola elementare
Conclusa la scuola materna, gli scolari giapponesi passano alla scuola primaria.
Le materie principalmente studiate sono la matematica, il giapponese, la musica, il disegno, i lavori manuali, l’educazione fisica e il Seikatsu. Questo termine significa “vita” e il suo studio mira a sviluppare le competenze sociali e pratiche dei bambini, entrando in contatto con la comunità e l’ambiente sociale.
A partire dal terzo anno iniziano lo studio degli Shakai, ovvero le scienze sociali come la geografia e la storia, e le prime discipline scientifiche, che vanno sotto il nome di Rika.
Durante gli ultimi due anni, gli studenti si cimentano con il Katei, l’economia domestica, ritenuta molto importante per educare i ragazzi all’ordine e alla pulizia.
Scuole medie
Il terzo ciclo d’istruzione è la scuola secondaria inferiore, che come quella italiana dura tre anni.
È in questa fase della crescita che si comincia lo studio delle lingue straniere, in particolare dell’inglese.
Le attività extra-scolastiche sono molto incoraggiate. Infatti, nelle scuole medie (e anche in quelle superiori) si formano dei club ai quali gli studenti partecipano dopo le lezioni. Si tratta di corsi integrativi di vario tipo: dallo sport al giardinaggio, dalla cucina all’informatica.
Lo scopo di questi club è quello di abituare i ragazzi giapponesi a socializzare e intraprendere attività parallele all’insegnamento delle discipline scolastiche.
Scuole superiori
Con l’istruzione secondaria superiore si conclude la scuola dell’obbligo, tuttavia il 99% degli studenti decide di proseguire gli studi e conseguire il diploma.
A differenza degli altri cicli, l’anno scolastico alle scuole superiori è ripartito in due semestri, al termine di ognuno dei quali gli scolari devono sostenere un esame. A causa del grado di difficoltà e di impegno richiesto per superarli, il periodo di studio che precede queste prove viene chiamato jigoku shiken, letteralmente “inferno degli esami”.
Gli studenti giapponesi possono scegliere tra due principali indirizzi di studio:
- le scuole superiori accademiche;
- le scuole tecniche o professionali.
Come si svolgono le lezioni
Nella scuola in Giappone l’insegnante svolge un ruolo determinante, ed è una figura centrale per l’apprendimento. Le lezioni sono per lo più frontali e si svolgono secondo un approccio didattico tradizionale.
Il curriculum degli studenti include materie come lo studio della lingua giapponese, la matematica, le scienze naturali, le scienze sociali, l’educazione fisica e le arti.
Le giornate scolastiche sono in media più lunghe di quelle di altri paesi. Questo dipende dal fatto che la maggior parte degli studenti fanno attività pomeridiane previste dai club, di cui abbiamo parlato sopra, e sessioni di studio aggiuntive per superare i temuti esami di fine semestre.
Come sono organizzate le classi giapponesi
Le aule giapponesi possono contenere fino a 30-40 studenti, un numero notevolmente superiore alla media italiana (20-25). Contrariamente a quanto avviene negli Stati Uniti, gli alunni rimangono nella stessa classe, salvo per le attività laboratoriali.
Alla base della scelta di avere così tanti studenti c’è la volontà di creare un senso di comunità e coesione tra loro, che è alla base della società giapponese. Sono gli alunni, infatti, ad essere responsabili della pulizia delle loro classi e degli spazi comuni.
Come si diventa insegnanti in Giappone?
Arrivati alla fine di questo viaggio alla scoperta di come funziona la scuola in Giappone, vediamo qual è l’iter per diventare parte del personale docente.
Anzitutto è obbligatorio possedere un titolo di laurea per la materia che si intende insegnare.
Segue poi il conseguimento di una certificazione, che può consistere in un corso di formazione per insegnare mentre si è ancora all’università, e prevede anche un tirocinio pratico.
Gli aspiranti docenti devono successivamente sostenere un esame di abilitazione nazionale e regionale, superato il quale ottengono la licenza di insegnamento.
A questo punto i candidati che hanno passato l’esame partecipano a processi di selezione per l’assunzione nelle scuole pubbliche o private.
In Giappone, la figura del docente mantiene, ancora oggi, un’alta reputazione. Gli insegnanti sono visti come educatori validi e competenti che formano le menti future del Paese, e godono per questo di una grande stima a livello sociale.
L’orario standard della giornata lavorativa di un’insegnante comincia alle otto del mattino e termina alle cinque del pomeriggio, anche se, spesso, devono partecipare a riunioni o all’insegnamento di corsi aggiuntivi che li obbligano a fermarsi a scuola fino alle 19.
Le docenti hanno la possibilità di usufruire di 3 mesi di maternità, e dopo questo periodo hanno la possibilità di uscire un’ora o due prima della fine dell’orario di lavoro, per prendersi cura dei propri figli.
Conoscevi il sistema scolastico giapponese? Cosa ti ha colpito di più? Scrivicelo nei commenti.