Bastano una graffetta e un pezzo di carta stagnola per capire come funziona un circuito elettrico e sviluppare preziose soft skills. Questo grazie al tinkering!
Il tinkering è una delle metodologie didattiche innovative ed è legato all’insegnamento delle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica).
Il Piano Nazionale Scuola Digitale, che ha l’obiettivo di innovare e digitalizzare le scuole italiane, sottolinea l’importanza di questo metodo nello sviluppo delle competenze del XXI secolo.
Scopriamo insieme in che cosa consiste.
Cos’è il tinkering?

Sito del museo Exploratorium, che per primo ha proposto il tinkering.
Il tinkering nasce a San Francisco, da un’iniziativa del museo di scienze interattivo Exploratorium, fondata a sua volta sulle ricerche del MIT di Boston.
L’articolo Tinkering Is Serious Play (2014) spiega come questo metodo, praticato dai primi anni 2000 al “Tinkering Studio” dell’Exploratorium, può essere adottato anche nelle scuole.
Come suggerisce il significato del verbo inglese to tinker, “armeggiare, darsi da fare, provare ad aggiustare”, il tinkering è un approccio didattico in cui si impara facendo.
Lo scopo è realizzare degli oggetti con materiali di recupero di facile reperibilità.
I passaggi chiave del tinkering sono tre.
- Think: pensa a ciò che hai a disposizione.
- Make: crea, costruisci con ciò che hai.
- Improve: impara dagli errori e migliora il tuo lavoro.
Un approccio bottom-top
Questa metodologia procede dal basso verso l’alto (bottom-top), perché parte dalla pratica per arrivare gradualmente alla comprensione di concetti più astratti.
In sostanza, riproduce il modo in cui apprendiamo naturalmente: facendo esperienza diretta, riflettendo sui risultati e costruendo la conoscenza in modo graduale e personalizzato.
Feedback immediato e importanza dell’errore
Con il tinkering non serve aspettare un voto o una spiegazione: gli studenti capiscono subito se qualcosa funziona o meno e possono adattare il loro approccio di conseguenza.
In questo modo, l’errore diventa un momento di apprendimento.
Conta il viaggio, non la meta
Nelle attività di questo tipo il processo è più importante del risultato finale.
Gli studenti sperimentano, sbagliano, provano strategie diverse e scoprono nuovi concetti lungo il percorso.
Anche se l’oggetto creato non funziona perfettamente, il vero valore dell’attività risiede nelle abilità acquisite durante il processo.
La spirale dell’apprendimento creativo
La metodologia adottata dal tinkering è basata sulla Spirale dell’apprendimento creativo di Mitchel Resnick, professore del MIT e ideatore di Scratch.
La metafora della spirale descrive un processo ciclico che aiuta gli studenti a sviluppare creatività e pensiero critico. Si articola in cinque fasi: immaginare, creare, giocare, condividere, riflettere, per poi tornare a immaginare, e così via.
Gli studenti partono da un’idea, realizzano un progetto concreto, sperimentano liberamente, condividono le loro creazioni con gli altri e riflettono su ciò che hanno imparato, poi ripetono il ciclo con nuove intuizioni.
Vantaggi del tinkering
I vantaggi di questo metodo sono molteplici e riscontrabili soprattutto sul lungo periodo. Scopriamone alcuni insieme.
Coinvolgimento degli studenti
Con il tinkering, ogni attività è una scoperta continua.
Gli studenti non ricevono passivamente le informazioni, ma si mettono alla prova in prima persona. In questo clima immersivo e stimolante, il coinvolgimento è garantito.
Sviluppo di soft skills
Il tinkering aiuta a sviluppare soft skills fondamentali, prima fra tutte il problem solving. La risoluzione di problemi reali stimola il pensiero critico, la creatività e la capacità di adattarsi agli imprevisti.
Inoltre, sperimentare senza paura di sbagliare rafforza la fiducia in sé stessi, incoraggiando la proattività.
Infine, gli alunni imparano a lavorare in gruppo, a confrontarsi con gli altri, a essere inclusivi e a collaborare per raggiungere un obiettivo comune.
Versatilità e facilità di applicazione
Il tinkering è uno strumento accessibile, che può essere adattato a vari livelli di competenza e a diversi contesti educativi.
Inoltre, le attività richiedono materiali semplici e tecnologie a basso costo.
Sfide e soluzioni
Alcuni aspetti del tinkering potrebbero intimorire alcuni docenti, come l’assenza di un voto, la marginalità del ruolo dell’insegnante, la ricerca dei materiali adatti e di uno spazio per svolgere l’attività.
Si tratta di falsi problemi: i primi due aspetti, infatti, arricchiscono l’esperienza di apprendimento, i materiali sono di facile reperibilità e gli spazi possono essere adattati a seconda delle esigenze.
Come organizzare l’attività didattica
Per svolgere un’attività di tinkering, proponiamo agli alunni una “sfida” legata a una materia STEM.
Per esempio, chiediamo di costruire un ponte di carta che regga piccoli oggetti (Tecnologia). Forniamo loro i materiali e lasciamo che lavorino in gruppo.
Lasciamoli provare, sbagliare e migliorare, e stimoliamo la sperimentazione ponendo qualche domanda.
Concludiamo con una riflessione collettiva sull’attività svolta.
Per altri spunti, segnaliamo la sezione “Progetti” del sito WeTurtle: troverete diversi esempi di attività di tinkering pensate per tutti i livelli scolastici.
Conoscevi il tinkering? Cosa ne pensi di questa metodologia didattica? Diccelo nei commenti.